La 35esima Giornata Ecologica

Il primo maggio 2011, Trentacinquesima Giornata Ecologica. Fin dal mattino, per gli organizzatori si è prospettata una giornata che avrebbe dato loro un gran lavoro e tante soddisfazioni. Già  il fatto di essere arrivati alla 35° edizione e, vedere arrivare bambini ed adulti, sempre con lo stesso entusiasmo della prima edizione di domenica 02.maggio 1976, aveva quasi dell’incredibile. A tale proposito, Gigi Anzil, commentando la situazione, con un gruppo di partecipanti abituali, disse loro: “Quando un prodotto si dimostra buono è giunto il momento di doverlo migliorare”. Il giorno precedente, alcuni Alpini, di buon mattino, avevano provveduto allo sfalcio dell’erba nel prato dei festeggiamenti e la pulizia del bosco circostante che per l’occasione della G.E. diventa il ristorante. Mentre un altro gruppetto, sempre di Alpini, aveva provveduto alla pulizia e a rendere praticabili i sentieri dove sarebbe passata la comitiva del giorno successivo. Prima della partenza c’è stato l’alza bandiera accompagnato dall’Inno Nazionale, cantato da tutti i presenti. Ne è seguita l’inaugurazione della nuova insegna della Baita Alpini. Costruita in legno massiccio e in stile alpino, dalle dimensioni di m.3x2. con a m.1 dal suolo, montata una fioriera con gerani bianchi e rossi che con il verde delle foglie, formavano il tricolore. Più in alto, l’insegna, m. 1x2, con intagliato a grandi lettere, GRUPPO ALPINI MORUZZO BAITA. Sui lati della scritta BAITA, riportati su piastrella in ceramica, il logo del Gruppo Alpini di Moruzzo e una veduta panoramica di Moruzzo, con alla base un capello Alpino. Il tutto sormontato da un tettuccio para pioggia in legno. Terminato la cerimonia, alle 08.45, con Gigi Anzil davanti a tutti, è partita la comitiva, con 140 presenze, per la tradizionale passeggiata, con il seguente itinerario: Baita Alpini, Incrocio Cjuie, Casale Colosèt, Cascata del Lavia, Borgo e Bosco di Telezae, S.Margherita del Gruagno, Bonifica San Andrea, Folgiarie, Borgo Modotto e Chiesetta di S. Michele Arcangelo. La prima tappa è stata fatta nell’ex Via Casali Milano. Nome, quest’ultimo, che deriva da una antica famiglia slava di nome Mìlan che, per secoli ha abitato in un Maso, che si trovava sull’omonimo colle ove a tutt’oggi si trova la Villa delle Rose. Proseguendo, dopo una decina di minuti, la comitiva è arrivata sull’altipiano del Casale Colosèt. Anticamente, dove ora si trova il Casale, c’era un Eremo o Convento del quale non è dato di sapere a che congregazione appartenesse. Si può presumere che il monastero possedesse non solo l’altipiano ma tutto il colle. Da questo, molto probabilmente, la fontana. che sgorga in basso sul lato nord-est del colle, a quasi un metro dal torrente Lavia, ha preso il nome dai suoi antichi proprietari. Molto probabilmente, perciò si chiama Fonte Pievana o Aghe Plevane, ossia acqua dei pievani o dei preti ecc.ecc. Mentre il nome del Casale Colosèt è dovuta al nome della famiglia Colosetti, che ivi giunse da Mortegliano nel lontano 1797 e vi rimase fino a metà  degli anni sessanta del secolo scorso. Scesi dal colle Colosetti, dopo aver attraversato un fitto bosco, la comitiva, come d’incanto è sbucata quasi a ridosso della grande cascata del Torrente Lavia. La cascata non è altro che una diga, alta m.8 e largam.6, datata 1818, costruita dal Comune di Martignacco, per formare un invaso di raccolta delle acque del Lavia e poi inviarle, attraverso un’apposita condotta, ad alimentare l’acquedotto comunale. Ora che l’acquedotto non riceve più l’acqua, la stessa, tracima e dopo il grande salto (la cascata) prosegue verso sud con una serie di piccole cascate che pare stiano giocando a rincorrersi. Sul lato sinistro della grande cascata, si estende per una trentina di metri una parete quasi verticale sul torrente, alta una decina di metri, formatasi nei secoli dai sedimenti calcari portati dall’acqua che sorge in grande abbondanza nel luogo. A circa metà  parete, verso mezza altezza, si possono vedere ancora i segni della famosa sorgente chiamata dell’Acqua Minerale, oppure dal nome del suo proprietario, de Aghe di Cjarin. L’acqua era famosa perché sgorgava leggermente frizzante, quasi come la Ferarelle. Ora questa fonte che per secoli ha dissetato la gente dei Borghi del contado, da una trentina d’anni è stata soppressa a causa dell’altissimo tasso di tossicità  dell’acqua, dovuto all’elevato inquinamento prodotto delle culture dei terreni soprastanti. Dopo aver costeggiato il corso del Lavia, lungo un sentiero e, salito una china boscosa, la comitiva è arrivata al Borgo Telezae. Qui, dopo una breve sosta, sono scesi tutti nell’omonimo bosco pieno di grandi alberi e con i due stagni: Pescjere Piciule e Pescjere Grande. Dopo averlo attraversato e salito un bel tratto di strada comunale, anche se un po stanchi, finalmente tutti sono arrivati nel Millenario Borgo di S. Margherita del Gruagno. L’arrivo nel borgo è coinciso con quello della gente che si recava alla Messa festiva. Per non creare intralci e tanto meno disturbi, la comitiva si è portata sul lato nord del Borgo dove, l’onnipresente Gruppo Marciatori Aquile Friulane, egregiamente rappresentate dai nostri bravi Alpini e Signore, avevano preparato il posto di ristoro. A questo punto, quando sembrava tutto tranquillo, hanno iniziato a suonare le campane. Vista la situazione, Gigi, si è visto costretto a raccontare ai presenti, in modo molto sintetizzato, la storia millenaria, del Borgo. Cosa questa che, avrebbe sicuramente tenuto banco per più di un’ora per soddisfare la curiosità  dei presenti. Ben rifocillato, il bel gruppo dei partecipanti è ripartito lungo l’antica strada, Le Ievade, ( La sopraelevata ) che scende a nord dell’antico Borgo e attraversa tutta la sottostante Bonifica di San Andrea che (gia lago e palude del Gruagno) successivamente si collega con la strada del Gruagno e sale fino al castello di Brazzacco. Giunti a metà  salita, dopo aver girato a sinistra, pochi minuti dopo sono giunti al Lavatoio De Folgiarie. Il lavatoio è stato costruito negli anni venti del secolo scorso, durante il regime del Benito nazionale, per dare un poco di sollievo e comodità  alle nostre brave massaie, in quanto, all’epoca, non esistevano ancora le lavatrici. Riparti subito in direzione Modotto e ivi giunti in meno di mezzora e, dopo aver ascoltato alcune note storiche del Borgo e della Vicinia che a suo tempo lo amministrava e di nuovo, riunito il gruppo, tutti assieme sono ripartiti verso la Chiesetta di S.Michele. Quando, poco dopo, sono arrivati, hanno trovato sullo spiazzo davanti la Chiesetta, un bel numero di persone e, il Sacerdote già  pronto sull’altare che ha iniziato subito la S.Messa. Terminata la funzione, tutti si sono diretti nel prato retrostante la Chiesetta e nel bosco adiacente dov’era già  tutto predisposto per il Pranzo, magistralmente, come sempre preparato dallo Chef Silvano e da un bel gruppo di collaboratori, ovviamente Alpini, che hanno provveduto anche alla distribuzione. Alla conta, nel Super Ristorante al San Michele, “unico a fregiarsi di dieci stelle” si trovavano comodamente sistemati 245 commensali. Alle ore 15, come da tradizione, ha avuto inizio la Caccia Al Tesoro, seguita da numerosi altri giochi che si sono protratti fino al tardo pomeriggio. Poi dopo aver ripulito il luogo c’è stato il rientro. La giornata si è conclusa con un solo tipo di lamentela: molti, specie i bambini, sarebbero rimasti volentieri sul posto fino a tarda notte. Meglio di così non poteva andare.