IL TIGLIO DI MORUZZOIo lo ho visto! Quando era vivo.. grande, bello, verde, profumato, dolce, appiccicoso.. Da ragazzo, con gli amici, il più grande di noi aveva un auto, cosa non comune al tempo, e con lui, entusiasti, partivamo alla scoperta del mondo, ovvero, i dintorni dei Udine.. ed ecco aprirsi il dolce paesaggio dei colli morenici, soprattutto i magnifici prati, multicolori, ornati da rispettabili querce, belle borgate, buone osterie, ed il Tiglio di Moruzzo.. non si poteva non notarlo lungo la via dei colli, era enorme, naso all'insù, stupore, felicità da ragazzi, la sua chioma rivaleggiava con il campanile della chiesa... Però.. Il tiglio di Moruzzo è un albero che non c'è più. Fisicamente, materialmente non esiste più. Ne è stato ripiantato uno in vece sua, è giovane è fresco, ma appartiene a un altra storia. EPPURE,... per tutte le persone che ci hanno vissuto intorno, LUI, E' ANCORA LI'.. quando passiamo sul colle o ci fermiamo nella piazza lo vediamo ancora, al suo posto, lo vogliamo vedere, e lo vediamo perchè è rimasto dentro di noi..con la sua dolce e triste leggenda, la promessa del ritorno... e dunque ancora lo guardiamo, ammiriamo la sua architettura complessa, l'intreccio dei rami, sentiamo ancora la sua ombra umida e dolciastra..in altre parole lo amiamo. Il tiglio è un albero che dà un senso di freschezza e di leggerezza, anche se le sue dimensioni sono a volte imponenti, che si trovi in un parco o nel fitto di un umido bosco, il suo aspetto e il suo portamento sono “ariosi”, lo trovo di carattere “ femminile”, con il maggiore rispetto e nel miglior senso del termine che riesco immaginare, la “LIPA” per gli Sloveni, loro hanno usato la sua foglia a forma di cuore come simbolo nazionale affiancato a quello della cima di una montagna il TRIGLAV..la sacralità della natura ancora viva nel loro immaginario... è armonico, la sua chioma d'inverno, spoglia, disegna eleganti e simmetrici arabeschi che si stagliano nitidi al cielo, ma le foglie ed i semi di questa specie formano il capolavoro... provate a distendervi in primavera sotto una di queste piante, sentite la terra fremente sotto la schiena e guardate sù tra le chiazze di luce verde...il seme è un'ala improbabile fatta a misura del vento, sormontata da un esilissimo picciolo che regge il fiore.. porta il suo profumo, è una droga, ci fa sognare, è un albero da sogno il tiglio.. leggero è invero anche il suo tenero legno, anche quello profumato, di un delicato colore giallo chiaro. Un dono... Un aspetto però dei tigli mi ha superiormente incuriosito ed affascinato, un aspetto non oggettivo ma puramente emozionale, un aspetto che ha pari dignità suppongo.. ed è il posizionamento di questi alberi. Le genti che vivono vicino a noi da secoli, a est della nostra regione, i popoli slavi, hanno da sempre posizionato questi alberi al centro delle loro comunità , anche a Moruzzo dunque era così.. sulla sommità dei colli, nelle piazze principali, come luogo simbolico, dove si teneva il consiglio del villaggio, del paese, dove si prendevano decisioni importanti, luogo di pace di confronto, luogo sacrale, una ricerca di incontro tra terra e cielo, simbolo catartico..ed in effetti, provate se non è vero, sedetevi un attimo sotto questo albero.. il respiro frettoloso si calma, ci si sente meglio...lasciamo entrare dunque questa pace vegetale, questa pace della natura primivea dentro i nostri animi aspri.. ne abbiamo bisogno per ritrovare una strada comune. Dario Di Gallo 1900 circa. Immagine gentilmente concessa dal sig. Luigi Anzil - Moruzzo. |