Su San Cristoforo e San MarcoLa chiesa di San Cristoforo risultava essere posta tra Casali Milano (attuale via Des Stopis) e il Borgo di Coranzano, proprio sul percorso della rogazione maggiore prima citata. Una delle possibilità di locazione della chiesa è la fermata della rogazione all’intersezione tra strada Casali Colosèt e Via Coranzano, tuttavia, considerando che solitamente chiese intitolate al Santo sono poste presso l’acqua corrente o presso un guado, (acqua non presente se non in forma di ristagno d’acqua piovana in Casali Milano) aumentano le probabilità che san Cristoforo fosse edificata presso la seconda fermata, in Borgo Coranzano, ove il torrente Coranzano prende vita, e forma un piccolissimo bacino, un tempo usato come lavatoio ed ora nascosto dal bosco Tanto più che presso il muro di cinta del nucleo originario di Borgo Coranzano (oggi casa Missio) esiste una ancona votiva con, in tracce di rosso di ossidiana, la raffigurazione di un borgo cinto da cortina, e sullo sfondo è ancora possibile intravedere l’ immagine di un cappella con campanile a vela… forse lo stesso borgo con annessa chiesa… perché no, visto che borgo Coranzano era, fino alla prima metà del XIII sec. residenza dei signori di Moruzzo e di Coranzano (1), e la chiesa viene citata in un lascito testamentario del 1365 come “S. Cristoforo di Coronzano” – San Cristoforo in Udine, “riva” Bartolini, prospiciente una delle rogge è del 1358 (2) - tuttavia nessuno dei signori di Coranzano vissuti a cavallo del 1300 porta il nome di Cristoforo, perciò si potrebbe pensare che la chiesa prendesse il nome di Cristoforo in un secondo tempo. (3) A pag. 45 del libro di Vincenzo Joppi "Il castello di Moruzzo e i suoi signori" viene citata la chiesa di San Cristoforo in un atto datato 20 agosto 1365 in cui Giovanni, fabbro di Moruzzo, lascia alla sua morte un campo in Pauglano (?) nella tavella di Moruzzo alla Fraternità (Confraternita) di Santa Maria di Moruzzo ed alla chiesa di San Cristoforo di Coranzano. (4) San Cristoforo faceva parte di quell’elenco di chiese che dovevano essere demolite per ordine patriarcale a metà del ‘500 per “esser fuori di mano”,(5): è difficile che un edificio di culto vada in rovina in poco meno di due secoli, a meno che, s’intende, il cosiddetto borgo in quell’epoca non fosse disabitato. (Ricordiamo le incursioni turche del 1477 e il disastroso terremoto del 1511, che non sappiamo quali danni potessero aver provocato su tali edifici). In ogni caso sembra lecito supporre che in ogni caso le chiese dovessero essere di costruzione piuttosto antica se fatte demolire nel XVI sec. (lo stesso Fabbro afferma che di esse si hanno notizie fino al 1550), forse perché i borghi a cui appartenevano erano ormai disabitati. Per quanto riguarda la chiesa di San Marco - non si hanno notizie certe, lo Joppi non la nomina mai, ma la cita il Fabbro (6) - è difficile stabilirne la collocazione. Anche perché il territorio in cui si suppone fossero edificate le chiesette, prendendo come riferimento le due Pievi di San Tomaso e di Santa Margherita, è molto circoscritto e appare difficile credere che fossero troppo vicine una all’altra, e già nella collocazione attuale lo sono parecchio. Partendo dalla supposizione che ogni borgo, esistente o scomparso, avesse il suo luogo di culto (Sant’ Ippolito per il borgo omonimo, San Michele per Collovaro, San Giacomo per Mazzanins, San Martino per Telezzae, San Cristoforo per Coranzano, San Bartolomeo per Borgo Treppo) rimane da capire dove fosse situata San Marco, in un percorso così ravvicinato di chiesette, distanti, tra di loro, in linea d’aria, tra i 400 e i 1000 metri circa. (7) Un percorso più antico ed esteso della prima rogazione (S. Marco), prevedeva la continuazione della processione fino in località Casali Stringher, ma si tratta di un’unica testimonianza (8). Un’ipotesi potrebbe essere che la chiesa di San Marco non appartenesse alla schiera di quelle che devono il titolo alla dominazione veneta, ma a un’ epoca più antica, come suggerisce Mons. Pressacco (9), ipotesi che può essere presa in esame soltanto considerando che se la data di demolizione risale alla metà del ‘500 e che il Biasutti (10) intende i titoli di S. Marco del basso ME, abbiamo soltanto tre secoli per la degradazione dell’edificio. Anche il fatto che non venga mai citata nei documenti a nostra disposizione potrebbe testimoniare un’origine più antica; inoltre, non sembra possibile che San Cristoforo abbia soppiantato San Marco come edificio cultuale, secondo il costume della subsidenza, perché il Fabbro si riferisce a due edifici distinti (11). Quindi, sulla chiesa di San Marco in Moruzzo, in attesa di nuovi documenti cartacei o indagini archeologiche sul territorio, il mistero permane. Roberta Masetti Note(1) Joppi;1895, pag 3 (2) Biasutti; Geografia Santorale, pag. 32 (3) Joppi; 1895, pag 45 (4) Joppi, 1895, pag. 45 Nota a piè pagina 4 Notaio Giovanni di Moruzzo, Archivio Notarile Udinese attuale Archivio di Stato. (5) Zucchiatti; (6) Fabbro; Sot il tei, 1973, pag. 43 (7) volutamente sono stati trascurati i titoli di San Clemente, presso Martignacco, (loc. Casali Ermacora), e San Zenone (scomparso Borgo Basagliutta) presso Villalta. (8) Pittolo Alfonso, la sua testimonianza non era suffragata dalle altre qui citate, tutte concordanti (9) Pressacco; Sermone, cantu, choreis…et marculis, pag. 71 (10) Biasutti; Geografia Santorale, pag. 38 (11) Fabbro; ib, pag. 43 |
Moruzzo - borghi: S. Ippolito, Calcina, Pegoraro Coranzano, Modotto, Monti, Muriacco, Carbonaria, Tampognacco
Brazzacco (frazione) - borghi:Colmalisio, S. Andrea, Nonesso
Santa Margherita (frazione) - borghi: Telezae, Lavia
Alnicco (frazione)